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Delle carenze strutturali risponde l’azienda sanitaria e non il medico.
La Corte di Cassazione con la sentenza n. 10743 dell’11 febbraio 2009 approfondisce il tema del nesso di casualità materiale tra l’evento dannoso ed il comportamento del medico nel caso di inidoneità o insufficienza della struttura stessa., accogliendo il principio del “più probabile che non” : stabilisce, infatti, che “ai fini della responsabilità civile, per il nesso di causalità materiale, non occorre l’elevato grado credibilità … prossimo alla certezza, necessario ai fini della responsabilità penale, ma è sufficiente una relazione probabilistica concreta tra comportamento ed evento dannoso, secondo il criterio del più probabile che non …”.
 In materia di prestazioni sanitarie, da cui originano delle responsabilità civili per insufficienza delle strutture, la Corte si esprime individuando una diretta responsabilità dell’azienda ospedaliera ed escludendo la responsabilità del personale sanitario: essa afferma, infatti, che “l’azienda ospedaliera è civilmente responsabile per insufficienza e inadeguatezza delle strutture …. ove cagionino un danno al paziente. Nessuna responsabilità si configura per i medici che abbiano praticato tutta l’assistenza possibile con la struttura e i mezzi a loro disposizione”.
La sentenza segna un’importante inversione di rotta rispetto alle pronunce del passato, in forza delle quali il medico sembrava doversi far carico delle disfunzioni della struttura ospedaliera: si tratta, evidentemente, di una pronuncia di estrema rilevanza che si auspica possa costituire il fondamento di un consolidato orientamento giurisprudenziale.
 
Per approfondimenti si rimanda al Notiziario SOI 6/2010
 




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